edizioni Einaudi

 

Negli ultimi cento anni matematica e letteratura hanno incrociato il loro cammino innumerevoli volte, troppe perché si tratti soltanto di incontri casuali.

Se è vero che entrambe sono attività di «finzione» e consistono principalmente nell'invenzione di mondi possibili, non stupirà questo continuo e fecondo rispecchiamento.

Nonostante la sua quasi proverbiale astrusità (o forse proprio a ragione di questa), la matematica non ha cessato di esercitare, negli ultimi centocinquant'anni, un fascino forte, seppur talvolta sotterraneo, su quanti (artisti, musicisti, scrittori, filosofi) hanno osservato dall'esterno la sua prodigiosa ricchezza.


Per quanto riguarda la letteratura, sensibili in modo particolare a questo fascino si sono dimostrati poeti, narratori, romanzieri che nulla accomuna l'uno all'altro, se non il fatto che nelle loro opere, con frequenza e in misura maggiore o minore, emergono idee o strutture matematiche, affiorano riferimenti ai numeri transfiniti o alle geometrie non euclidee, balenano metafore costruite su concetti tratti dall'algebra o dalla logica.


Nella maggior parte dei casi - è bene chiarirlo fin da subito - si tratta di influssi non assimilati in maniera sistematica, né tantomeno sviluppati secondo un qualche programma didattico o divulgativo. «Niente è più fecondo, tutti i matematici lo sanno, - osserva André Weil nel breve saggio De la métaphysique aux mathématiques, - di quelle vaghe analogie, quegli oscuri riflessi che rimandano da una teoria all'altra, quelle furtive carezze, quelle discrepanze inesplicabili: niente dà un piacere più grande al ricercatore».
                                                                                                                                Dall' introduzione dell'autore Claudio Bartocci

 

Claudio Bartocci insegna Fisica matematica presso la Facoltà di Scienze dell'Università di Genova. Per Einaudi ha curato: A. Weil, Teoria dei numeri (1993) Ricordi di apprendistato (1994), H. Poincaré, Scienza e metodo (1997), B. Greene, L'universo elegante (2000) e La trama del cosmo (2004), T. Kuhn, La tensione essenziale e altri scritti (con Giulio Giorello, 2006).