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      L’AVVENTURA DELLO ZERO
      
      di Gianni Rodari  
      C'era una volta       un povero Zero
 tondo come un o,
 tanto buono ma però
 contava proprio zero e
 nessuno
 lo voleva in compagnia.
 Una volta per caso
 trovò il numero Uno
 di cattivo umore perché
 non riusciva a contare
 fino a tre.
 
      Vedendolo così nero
  il piccolo Zero,
 si fece coraggio,
 sulla sua macchina
 gli offerse un passaggio;
 schiacciò l'acceleratore,
 fiero assai dell'onore
 di avere a bordo
 un simile personaggio.
 D'un tratto chi si vede
 fermo sul marciapiede?
 
  
 
      Il signor Treche si leva il cappello
 e fa un inchino
 
  
      fino al tombino...e poi, per Giove
 il Sette, l'Otto, il Nove
 che fanno lo stesso.
 Ma cosa era successo?
 
        
          Che l'Uno e lo Zero
 seduti vicini,
 uno qua l'altro là
 formavano un gran Dieci:
 nientemeno, un'autorità!
 Da quel giorno lo Zero
 fu molto rispettato,
 anzi da tutti i numeri
 ricercato e corteggiato:
 gli cedevano la destra
 con zelo e premura
 (di tenerlo a sinistra
 avevano paura),
 gli pagavano il cinema,
 per il piccolo Zero
 
      fu la felicità.
 
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